Federico Fellini, celebrato a Roma da oltre 15.000 persone durante il suo funerale, lascia un'eredità cinematografica straordinaria che va oltre i cinque Oscar vinti per capolavori come La dolce vita e 8½. Definito un "maestro" dagli italiani, Fellini ha ispirato generazioni di cineasti con uno stile unico, caratterizzato da immagini fortemente stilizzate e da una visione poetica del mondo. Martin Scorsese, intervistato sul regista, ricorda l'enorme impatto emotivo che film come La strada ebbero su di lui fin da giovane. Scorsese attribuisce a Fellini l'influenza decisiva che lo portò a realizzare pellicole personali come Mean Streets e Goodfellas, costruite su personaggi archetipici e tensioni emotive simili. Fellini creò un mondo cinematografico autonomo, popolato da figure grottesche e intriso di simbolismo visivo, come dimostra l'iconica scena iniziale di La dolce vita, con la statua di Cristo trasportata in elicottero sopra Roma. Il passaggio stilistico più radicale avvenne con 8½, un'opera onirica e sperimentale che esplora memoria, sogni e realtà, considerata una pietra miliare del cinema mondiale. Scorsese ricorda con affetto la sua amicizia con Fellini, sviluppata negli anni '70 e consolidata durante frequenti visite sul set e pranzi conviviali. Tuttavia, nonostante la venerazione globale, Fellini incontrò difficoltà nel finanziare i suoi ultimi progetti, inclusa La voce della luna, il cui mancato successo negli Stati Uniti riflette la crisi del cinema d'autore. La tragica somiglianza tra la morte di Fellini e quella del padre di Scorsese aggiunge un tocco personale alla narrazione. L'eredità di Fellini, però, continua attraverso la distribuzione restaurata dei suoi film e la sua influenza indelebile sul linguaggio cinematografico mondiale. Fellini viene paragonato a un pittore, capace di trasformare il cinema in un'arte visiva unica.